Chi è chiamato a controllare il proprio comportamento, può trovarsi in difficoltà nell’autosservazione perché:

  1. può avere perso la capacità di ri-conoscere un pericolo con cui entri in interazione svolgendo attività che abbia ripetutamente giudicato a rischio basso;
  2. può non essere in grado di vedere variazioni nel contesto operativo a causa dei limiti attenzionali dovuti alla novità o difficoltà del compito che sta svolgendo o, all’opposto, all’affidamento a routine operative iperapprese ed eseguite “con il pilota automatico”;
  3. può attribuire sistematicamente le cause del suo comportamento rischioso a circostanze esterne (la pressione dei capi, le scadenze operative) indipendenti dalla propria discrezionalità;
  4. può essere invischiato in una illusione del controllo: per il fatto di avere tra le mani un dispositivo di comando di un mezzo meccanico che egli conosce bene, può sopravvalutare la sua capacità di controllare l’interazione tra il mezzo comandato e il contesto circostante e, contemporaneamente, sottovalutare, o disconoscere, gli aspetti dello stesso contesto su cui non può esercitare alcun controllo.

Una buona strategia per superare queste difficoltà osservative è data dall’osservazione non del prop
rio comportamento, ma di quello di un’altra persona: l’osservazione sociale.

Le indicate difficoltà a osservare se stessi, se riferite all’osservazione di un’altra persona, risulteranno più facilmente superabili.

  1. l’attività che io ho imparato a giudicare a rischio basso, può essere giudicata diversamente da un’altra persona, che in questo modo può mantenere la capacità di ri-conoscere il pericolo;
  2. se io non vedo le variazioni nel contesto operativo perché sono troppo assorbito dal lavoro o troppo abituato a svolgerlo da affidarmi al mio “pilota automatico”, un altro osservatore, che non sta lavorando, potrebbe, invece, vederle;
  3. le cause del mio comportamento rischioso potrebbero non dipendere, o non dipendere sempre, da fattori esterni. Un osservatore esterno sarebbe nelle condizioni migliori per vedere se queste circostanze sono effettivamente presenti o se esse sono una giustificazione per la mia inerzia al cambio di comportamento;
  4. Chi non ha le mani sui comandi può più facilmente rendersi conto che il controllo (ammesso che ci sia) è sempre limitato. Si può controllare qualcosa, ma non tutto.

Sapere osservare il lavoro di un collega è propedeutico all’autoosservazione e al controllo autonomo del comportamento.

Questa capacità viene sviluppata con il progetto formativo il Selfie della sicurezza.

Dove abbiamo attuato questo progetto:

  • Diversi stabilimenti di lavorazione dell’acciaio del Gruppo CLN in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna